... mi sono incantato a guardare quei personaggi da sogno, da mito,
da leggenda, personaggi da fiaba che fanno parte del mondo che piu'
ci affascina e che ha nutrito profondamente la cultura di ogni paese.
Federico Fellini
A me pare che Giorgio Piga dipinga per affermare a se stesso una
identita' etica, cioe' avvalorare i motivi dell'istinto e connetterli
in quelle che sono le realta' del territorio entro cui vive; e',
oggi, un'operazione di tipo essenzialmente culturale. L'uomo vuole
vedersi innanzitutto garantito e confermato nelle sue origini e
Piga con le sue figurazioni, ora grottesche, ora bucoliche riesce
ad ottenere quel che piu' gli urge: etica, come ripeto anche in
quella parte dell'abbigliamento da dare alle sue figure, quella
colorita' pugliese e generalmente del nostro meridione. In termini
estetici e di ricerca tutto cio' dovrebbe confinare con interessi
a cui l'espressionismo si e' dedicato nel centro Europa ed e' oggi
un po' diffuso nelle valide ricerche degli artisti moderni, cioe'
di quelli che non stanno fermi ai canoni oppressivi delle tradizioni
locali, le quali arrivano sempre per danneggiare i giovani talenti.
Remo Brindisi
... ha un metodo espressivo meraviglioso, un po' caricaturale. Dovrebbe
trovare dentro di se' il coraggio di lavorare guardando soprattutto
i grandi maestri moderni.
Alberto Moravia
... ho visto che Lei ha talento e che possiede un suo mondo, tra
reale e surreale, da esprimere. E queste sono cose importanti. Io,
semmai, Le consiglierei qualche scorreia attenta e rapace nel mondo
reale e, questo, proprio per rimpinguare e rinforzare il bottino
surrealista che Lei gia' possiede e che tanto l'affascina.
Pietro Annigoni
... mai dissacrante, spesso sarcastico, Piga cerca di divertirsi
con le sue figure e le presenta in maniera personalissima, molto
originale, ponendole in un tutto quasi surreale. Una pittura intelligente
che colpisce alla prima lettura, ma che va letta e riletta. Soltanto
in questo modo sara' chiaro al nostro occhio e soprattutto al nostro
animo il tormento, l'amarezza di quel sarcasmo, il significato di
quel suo mondo fantastico.
da "Il Giornale"
...la sua e' una pittura molto interessante...
Carlo Giulio Argan
Quando la "Galleria Michelangelo" riapri' i battenti al
pubblico, fece un atto di coraggio: non presento' un nome di richiamo,
un pittore affermato e famoso, ma un giovane autore, Giorgio Piga,
con lo studio pieno di tele e di sogni, con una grande voglia di
comunicare, attraverso i colori e le forme, un messaggio di follia
e di speranza. La mostra si intitolava "I Cavalieri" ed
impressiono' molto il pubblico per la forza espressiva con cui venivano
proposti i pensieri del subconscio, l'ansia dell'esistenza, la voglia
di essere al di fuori dell'alienazione della societa' moderna. Comincio'
cosi' la storia di una pittura che non aveva nulla di accademico,
di convenzionale, di calligrafico e di scontato. Piga continuo'
a lavorare senza sosta e senza adagiarsi su schemi prestabiliti
ben accetti alle facili mode. Affronto' il pubblico di Firenze con
"Il Pesaggio Umano", una serie di tele in cui proietta
sulla scena della pittura le visioni di un parossismo interiore,
la metamorfosi senza fine della creazione divina in caricatura demoniaca,
l'interruzione della superficie terrestre delle larve, delle passioni,
delle tentazioni, degli impulsi grotteschi che ogni uomo cerca di
reprimere. Tale mostra ebbe a Firenze consensi ed entusiasmo. Annigoni,
che la visito', su di un cartoncino scrisse: "bravo" e
sotto vi appose la sua firma. Era un riconoscimento insperato che
un po' segnava la via del giovane pittore e lo incoraggiava. Infatti
Piga, nonostante le difficolta' che oggi l'artista incontra, (le
esigenze di mercato sono tali da stroncare qualsiasi velleita' se
non ci sono genialita' e costanza) continua, nel suo studio, ad
impastare luce e colore fra l'angoscia e la speranza, fra il dubbio
e la fede. Perche' Piga e' una realta' pittorica vivissima.
Michele Ardito
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